Interpretazione Dei Sogni Freud Pdf 11
Libri su interpretazione dei sogni si riferisce a libri che esplorano l'interpretazione dei sogni. Questi libri possono essere scritti da professionisti della salute mentale, come psichiatri o psicologi, o da autori non professionisti che hanno un interesse personale nell'interpretazione dei sogni. Questi libri possono fornire informazioni su come interpretare i propri sogni, come interpretare i sogni di altri, come interpretare i sogni in base ai simboli e alle immagini che appaiono nei sogni, e anche come interpretare i sogni in base alla cultura e alle credenze.
interpretazione dei sogni freud pdf 11
Tra i libri su interpretazione dei sogni, potresti leggere Diario dei sogni: Da completare ogni giorno Quaderno per registrare i sogni Libro di 100 pagine su cui scrivere emozioni, pensieri e riflessioni ... 6 x 9 (15,24 x 22,86 cm) Copertina flessibile, pubblicato nel 2021 da Adam Martin. Leggi la trama e valuta l'acquisto qui.
Per capire quale libro su interpretazione dei sogni scegliere tra vari titoli che parlano dello stesso tema, puoi leggere le migliori recensioni dei lettori che avevano già ordinato quel libro in precedenza.
Qualcosa sui Lehman rievoca lo stile di Caduto fuori dal tempo (Mondadori, 2013) di Grossman.A testimonianza di quanto un autore faccia propri gli stilemi dei libri che gli sono entrati dentro, anche in maniera inconscia. E, come accade nei sogni, riaffiorano.
Lo studio e l'analisi dei sogni inducono a riconoscere un tipo di funzionamento mentale avente leggi e meccanismi diversi dai processi coscienti di pensiero che sono invece oggetto di studio della psicologia tradizionale.
Non esiste una definizione biologica universalmente accettata dei sogni. In generale si osserva una forte corrispondenza con la fase REM, in cui l'elettroencefalogramma rileva un'attività cerebrale paragonabile a quella della veglia. I sogni che siamo in grado di ricordare, non avvenuti durante la fase REM, sono a confronto più banali.[4] Un uomo in media sogna complessivamente per sei anni durante la sua vita,[5] circa due ore per ogni notte[6].
Nel 1976, J. Allan Hobson e Robert McCarley proposero una nuova teoria che cambiò radicalmente il sistema di ricerca, sfidando la precedente visione freudiana dei sogni come desideri del subconscio che dovrebbero essere interpretati. La teoria di attivazione di sintesi asserisce che le esperienze sensitive sono fabbricate dalla corteccia come un mezzo per interpretare i segnali caotici dai ponti neuronali. Questi propongono che, durante la fase REM, le onde della sinapsi ascendente PGO (ponto-genicolo-occipitale) stimolino la parte alta del mesencefalo e del prosencefalo, producendo rapidi movimenti degli occhi. Il proencefalo, così attivato, sintetizza il sogno all'esterno delle informazioni generatesi internamente. Questi presumono inoltre che le stesse strutture indurrebbero anche le informazioni sensoriali della fase REM.
Le ricerche di Hobson e McCarley nel 1976 suggerirono che i segnali interpretati come sogni hanno origine nel tronco del cervello durante la fase REM. Comunque la ricerca di Mark Solms suggerisce che i sogni sono generati nel romboencefalo e che la fase REM e i sogni non sono direttamente correlati.[10] Lavorando nel reparto di neurochirurgia in ospedali a Johannesburg e Londra, Solms aveva accesso a pazienti con vari danni al cervello. Cominciò quindi a interrogare pazienti sui loro sogni e scoprì che coloro che avevano registrato danni al lobo parietale avevano smesso di sognare; questa scoperta era in linea con la teoria del 1977 di Hobson. Comunque Solms non incontrò casi di perdita della capacità di sognare nei pazienti che avevano danni al tronco cerebrale. Questa conclusione lo portò a mettere in discussione la teoria prevalente di Hobson, secondo cui il tronco è la fonte dei segnali che vengono interpretati come sogni. Solms formulò l'idea del sogno come una funzione di molteplici e complesse strutture cerebrali, confermando quanto presupposto dalla teoria freudiana dei sogni, idea che aveva incontrato le critiche di Hobson.[11]
Zhang presunse che, durante la fase REM, la parte inconscia del cervello sia occupata nel processare la memoria procedurale; nel frattempo, il livello di attività nella parte consapevole del cervello scende a un livello molto basso come i contributi dal sensorio, che risulta fondamentalmente disconnesso. Questo provoca il meccanismo di "continuo-attivazione" che genera un fiume di dati dalla memoria immagazzinata alla parte consapevole del cervello. Zhang propone che, con il coinvolgimento del sistema pensante e associativo, sognando, il cervello del sognante mantenga la stessa memoria finché si verifica la sua successiva inserzione. Questo spiegherebbe perché i sogni hanno ambo le caratteristiche della continuità (all'interno di un sogno) e dei cambi improvvisi (tra due sogni).[12][13]
Eugen Tarnow suggerì che i sogni sono una forma di stimolazione continua della memoria a lungo termine, durante tutto il corso della vita. La stranezza dei sogni è dovuta alla configurazione della memoria a lungo termine, memore delle scoperte di Wilder Penfield e Rasmussen, secondo cui le stimolazioni elettriche della corteccia cerebrale darebbero origine a esperienze sensoriali del tutto simili ai sogni.
Durante la normale attività giornaliera una funzione esecutiva interpreta la memoria a lungo termine, verificando la veridicità dei singoli eventi. La teoria di Tarnow è una riscrittura della teoria di Sigmund Freud sui sogni, in cui l'inconscio è sostituito con il sistema di memoria a lungo termine e il Lavoro di Sogno di Freud descrive la struttura di memoria a lungo termine.[14]
Ci sono molte ipotesi relative alla funzione dei sogni. Durante la notte ci possono essere molti stimoli esterni, ma la mente rielabora gli stimoli e ne fa parte integrante dei sogni, nell'ordine in cui il sonno procede. La mente sveglia l'individuo nel caso si dovesse trovar in pericolo o se qualificato a rispondere a certi suoni; ad esempio un bambino che piange. I sogni possono permettere anche alle parti represse della mente di essere soddisfatte attraverso la fantasia mentre tiene la mente lontana da pensieri che ne causerebbero un risveglio improvviso.[16]
Freud suggerì che gli incubi lasciano al cervello la funzione di controllare le emozioni; esse sono il risultato delle esperienze "dolorose". I sogni lasciano anche esprimere alla mente sensazioni che sarebbero normalmente soppresse da svegli, tenendoci così in armonia. Inoltre, l'attività onirica, può offrire una vista sulle emozioni legate ad eventi futuri (accade nel periodo di veglia, in occasione di un colloquio di lavoro o, comunque, di un'esperienza emozionante).
Ferenczi propose che il sogno può comunicare qualcosa che non si sta dicendo completamente. Ci sono state anche analogie con le operazioni di manutenzione automatica dei computer operate quando questi sono in modalità offline. I sogni possono rimuovere "nodi parassiti" ed altra "spazzatura" mentale.[17][18] Essi possono creare anche nuove idee, attraverso la generazione di mutazioni di "pensieri casuali"; alcune di queste possono essere rifiutate dalla mente come inutili, altre possono essere viste come preziose e mantenute. Blechner[19] definì questa come la teoria dell'Onirismo Darwiniano. I sogni possono, inoltre, regolare l'umore.[20]
Hartmann[21] disse che i sogni possono funzionare come la psicoterapia "attivando connessioni in un posto sicuro" e, quindi, permettono al sognante di integrare "cose e pensieri" che, altrimenti, verrebbero dissociati (nella fase conscia).
Il ruolo dell'interprete dei sogni è presente nella storia delle principali civiltà del mondo antico, dove era tenuto in grande considerazione e prestigio presso la corte dei Re. La facoltà di interpretare sogni e visioni era in genere associata al dono della profezia, e al privilegio di un colloquio personale con entità spirituali, quali angeli e Dio stesso.
Nei testi principali della mitologia norrena, come l'Edda poetica e l'Edda in prosa di Snorri Sturluson, il dio Baldr compie sogni premonitori della sua morte, confermati dal padre Odino, che disceso in Hel, scopre che li tutto è pronto per accogliere il morituro. La madre Frigg allora fa promettere ad ogni cosa o essere vivente che mai verrà offeso in alcun modo Baldr, tranne al giovane vischio. Alla fine, Loki ucciderà Baldr proprio con un ramo di vischio.
Nel Libro della Genesi (Gen 40:8), il patriarca Giuseppe attribuisce ad un dono di Dio tanto la profezia quanto la facoltà di interpretare i sogni.In questo libro, è presente il maggiore dei sogni menzionati nella Bibbia[25][26], quello del faraone che vede sette vacche grasse e sette vacche magre: nessuno sa interpretare il sogno, finché è chiamato Giuseppe[27]. L'interpretazione del sogno in questione è di tipo profetico ma assume anche un carattere religioso: Giuseppe, infatti, pensa che si tratti di una teofania, ovvero di una visione inviata direttamente da Dio.
Il sogno di re Salomone in Gàbaon, raccontato per ben due volte nella Bibbia,[28] è invece caratterizzato dalla particolarità di non presentare un contenuto profetico che necessita di un'interpretazione successiva, ma di riferire un dialogo sincero, diretto e personale fra la divinità e il Suo servitore, che chiede e ottiene il dono della sapienza e del discernimento spirituale.
La storia di Ahikar, gran visir di Assiria, che riguarda il primo interprete di sogni e visioni noto nei tempi antichi, è accennata nella Bibbia (Libro di Tobia, cap. 10), oltreché in vari testi greci e in un manoscritto per ognuna delle seguenti civiltà: accadico, egiziano, armeno, siriaco, arabo.
I Greci ripresero l'usanza dell'incubazione, andando in un bosco sacro o in una grotta, dove scavavano una buca, o recandosi presso un tempio di Asclepio. Lì si accoccolavano sperando di riuscire a dormire e quindi a sognare; in seguito consultavano l'esperto in oniromanzia. Le interpretazioni assumevano un ruolo di cura e guida spirituale. Tra gli interpreti ve ne erano di famosi, come Artemidoro di Daldi, forse il primo a scrivere un'opera sull'argomento, intitolata L'interpretazione dei sogni.